scopriamo Venezia  
     
  La Storia  
     
 

Il termine “Venezia”, secondo alcuni studiosi, deriva dal latino “Venetia” che in epoca romana veniva utilizzato per indicare la X Regio della quattordici in cui era divisa l’Italia. Altri studiosi sostengono, invece, che “Venetikà” era utilizzato dai Bizantini per indicare inizialmente la fascia costiera da Chioggia a Grado, in un secondo tempo la zona occupata dalle isole della laguna di Venezia.

 

Le origini
Il territorio veneto, pur essendo dotato di un valido sistema difensivo fin dal III – IV secolo d. C., fu invaso a più riprese da Visigoti, Unni, Ostrogoti. Furono queste invasioni che costrinsero gli abitanti dei territori veneti a trovare rifugio temporaneo sulle isole lagunari. Dalla descrizione di Cassiodoro si evince che nel V secolo l’area lagunare era costituita prevalentemente da insediamenti abitati da pescatori e lavoratori delle saline. Attivo era il commercio che si svolgeva appunto fra quest’area e le zone interne.


 Nella seconda metà del VI secolo, in seguito ad un accordo tra i Bizantini ed i Longobardi, Venetia fu divisa in due zone di appartenenza:  la Venetia Maritima restava sotto l’egida dell’esarcato di Ravenna, mentre la Venetia interna fu integrata nel territorio longobardo. Contemporaneamente alla divisione politica si attuò anche quella religiosa:il patriarca di Aquileia ebbe la giurisdizione sulle chiese sottoposte al dominio bizantino; fu nominato un nuovo patriarca per le chiese sorte nel territorio longobardo.
Nel 751 la Venetia marittima cominciò ad acquistare una maggiore autonomia pur restando sotto il dominio bizantino.

 

L’evoluzione di Venezia
Nel IX secolo la sede ducale fu trasferita da Malamocco a “Rivoalto” (l’attuale Rialto) sia perché era dotata di un sistema difensivo migliore sia perché vi fu trasferito il corpo dell’evangelista San Marco ( 828 ). L’aumento del prestigio di Rialto fece sì che vi fosse insediato anche il patriarca.


Venezia cominciò a sviluppare la sua potenza grazie ad un forte spirito imprenditoriale dei commercianti e ad un desiderio di autonomia da ogni ingerenza dall’alto. L’alleanza con il Sacro Romano Impero contribuì a rafforzare la presenza dei Veneziani nel commercio mediterraneo nel quale primeggiò per l’esclusività dei rapporti instaurati con l’Oriente.


Il capo del governo veneziano era il doge ( dal latino dux ), eletto a vita ma spesso era costretto a rinunciare alla carica quando i Veneziani dimostravano malcontento per il suo operato. Il primo doge fu Paolo Lucio Anafesto. Il Doge fu affiancato prima da un’assemblea popolare poi, dal 1172, dal Maggior Consiglio, un’assemblea aristocratica, che col passar degli anni assunse il ruolo di governo della città ed il doge fu relegato a svolgere una funzione esclusivamente rappresentativa. Venezia col passare dei secoli si trasformò in Repubblica e tale regime durò  per oltre mille anni. Nel suo territorio venivano parlate tre lingue ufficiali: latino, veneto e italiano.


Dalla fine del Duecento alla seconda metà del Trecento il potere dell’oligarchia fu rafforzato ulteriormente a discapito della ricca borghesia, infatti fu bloccata ogni possibilità di ascesa sociale e l’oligarchia divenne una classe ereditaria.


Il Quattrocento fu il secolo dell’espansione di Venezia sulla terraferma. Il doge Francesco Foscari con l’ausilio di truppe mercenarie lanciò un’offensiva non solo verso il territorio veneto ma anche verso la Lombardia. Venezia riuscì ad ampliare i confini del territorio sulla terraferma grazie alle vittorie riportate da  abili combattenti come il Gattamelata ed il Carmagnola. Le conquiste di Venezia ( Dal lago di Garda al fiume Adda e la città di Ravenna) le consentirono un aumento delle entrate e la sicurezza dell’approvvigionamento per la popolazione.


Nel Cinquecento Venezia raggiunse il massimo splendore sia per gl’intensi e remunerativi traffici commerciali sia per la buona amministrazione della città. L’Italia in quel periodo, però, divenne preda della Francia e Venezia fu coinvolta in numerose guerre,  partecipò ad esempio alla Lega Santa, promossa dal papa Giulio II, con Inghilterra, Spagna ed Impero per scacciare  i Francesi dalla Penisola.
Dalla seconda metà del Cinquecento Venezia cominciò a subire i contraccolpi delle scoperte geografiche, che spostarono i traffici sull’Atlantico, e dovette affrontare il pericolo costante costituito dalla presenza dei turchi nel Mediterraneo. Venezia, però, uscì stremata dalle continue guerre che dovette affrontare nel mediterraneo, infatti dal 1571 ( Battaglia di Lepanto ) al 1669 la città non ebbe mai tregua.


Nel Settecento Venezia comprendeva il Veneto, il Friuli, l’Istria, la Dalmazia, il Cattaro, una parte della Lombardia e le isole Ionie. Il XVIII secolo fu un periodo di magnificenza artistica e di dibattiti culturali molto accesi che resero Venezia un centro culturale d’impostazione laica, famoso e frequentato da intellettuali di tutta Europa.
La crisi si verificò nel 1797, quando Napoleone Bonaparte con il Trattato di Campoformio cedette Venezia all’Austria. Il territorio veneto divenne una provincia dell’Impero asburgico sotto la guida di Francesco d’Asburgo Lorena.
In seguito al Congresso di Vienna, nel 1815, Venezia divenne un capoluogo del regno Lombardo-Veneto.


L’Ottocento per Venezia fu un periodo di lotte contro l’Austria. Si distinsero molti personaggi animati da spirito patriottico come Daniele Manin e Niccolò Tommaseo. Nel 1848 Venezia si proclamò di nuovo Repubblica, ma il 18 agosto la città, prostrata da un’epidemia di colera, si arrese ad un lungo assedio degli Austriaci. Solo nel 1866, in seguito alla III guerra d’indipendenza Venezia fu annessa al Regno d’Italia.

 

 

 
  Il vessillo  
 
Varie sono le testimonianze relative al vessillo utilizzato da Venezia. La testimonianza più antica risale a Giovanni Diacono che intorno all’anno Mille descrive un vessillo veneziano. Alcuni sostenevano che lo sfondo del vessillo fosse azzurro e su di esso campeggiasse non il  leone marciano ma una croce d’oro. Quest’affermazione trova conferma nella formella della “Pala d’Oro” sulla quale sono rappresentate le reliquie di San Marco che vengono accolte nella Basilica. Nella formella si nota un uomo armato che regge un vessillo con la raffigurazione di una croce d’oro.
A riprova ulteriore di quanto scritto, bisogna anche aggiungere che in passato i colori veneziani erano l’azzurro (del cielo) e il giallo (dell’oro), oggi, invece, sono il rosso e il giallo.
 
     
     
 
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