Sorrento omaggia Aniello Califano
 

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Sorrento omaggia Aniello Califano

dal 20-02-2009 - al 20-03-2009

Sorrento omaggia Aniello Califano

 

Sorrento dedica una mostra al poeta Aniello Califano dal 20 febbraio al 20 marzo 2009 nella prestigiosa Villa Fiorentino. La mostra OMAGGIO AD ANIELLO CALIFANO , curata dallo Archivio Sonoro della Canzone Napoletana della Rai, darà l’opportunità ai visitatori di riascoltare interpretazioni delle canzoni conosciute in tutto il mondo e scritte dal famoso poeta di origine sorrentina .
 
 
Brevi note su Aniello Califano:
Nacque a Sorrento il 19 gennaio del 1870. Il padre, Alfonso Califano, era un ricco proprietario terriero originario di San Lorenzo di Sant’Egidio del Monte Albino (Sa) mentre la madre, Rosa Rispoli apparteneva ad una nobile famiglia sorrentina. Figlio unico, visse in provincia di Salerno, nel paese del padre, fino a diciotto anni poi si trasferì a Napoli. Amante della dolce vita e delle belle donne, frequentò assiduamente teatri e caffè chantant e, come scrive Pietro Gargano nella sua Nuova enciclopedia illustrata della canzone napoletana visto che "le canzoni erano grimaldelli per scassinare i cuori delle belle, Califano cominciò a comporre versi e musica fischiettata". Il suo esordio fu a soli 19 anni con Amore amore, ma i primi veri successi arrivarono con Voglio Sisca' (1891) e, soprattutto con Girula', nel 1895, con la musica del maestro Emanuele Nutile. 'O pulicillo è una vecchia canzone popolare che il grande poeta Aniello Califano rielaborò e pubblicò per la casa editrice Bideri nel 1893, quando aveva 23 anni. Colui che, come narra Nino Masiello autore del libro “Aniello Califano, sciantose, lacreme e surdate 'nnammurate”, veniva chiamato dal suo più acerrimo nemico, Ernesto De Curtis, "'o cafone". Fu sempre Califano a comporre i versi di successi come Nini Tirabuscio' (1911), della struggente 'O mare 'e Margellina (1914), che il fascismo censurò e della sua stupenda 'O sudato 'nnammurato. Re dei cafè chantant e dei locali notturni, visse in modo dissoluto fin quando suo padre defunto, apparsogli in sogno, lo invitò a ritirarsi a vita privata al paese natìo nei pressi di Salerno. Ed è proprio una canzone “Tiempe belle”, scritta nel 1916, che segna coi suoi versi un forzato e definitivo addio a Napoli, alla vita spensierata e ad un passato felice ormai lontano. La melodia orecchiabile, ma triste e struggente ed al tempo stesso allegra rende perfettamente il dolore della partenza e il felice ricordo delle liete esperienze vissute, fu composta dal musicista Valente.
 Morì a soli 49 anni (20-02-1919), probabilmente di vaiolo.
E’ sepolto nel cimitero di Sorrento, decisione a cui si addivenne dopo una lunga diatriba diplomatica che vide contrapposti i Comuni di Sorrento e quello di Sant’Egidio del Monte Albino.


Maggiori Informazioni:

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Scritto da: Daniela Esposito
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